
Società di recupero crediti stragiudiziale e Covid: recupero crediti internazionale tra insolvenze e crediti insoluti
Fallimenti nel 2021: Imprese e rischio credito
Le misure di sostegno anti Covid hanno aiutato le imprese e le hanno salvate. Le insolvenze aziendali a livello globale hanno visto un calo del 14% nell’anno della pandemia. Questi provvedimenti potrebbero non bastare a evitare un’ondata di fallimenti nel 2021. Il rischio di mancati pagamenti aumenterà in tutte le principali economie mondiali e le insolvenze nel mondo cresceranno del 26%. Un trend negativo dovuto al fatto che i diversi fattori che avevano tenuti bassi i livelli di insolvenza (dagli aiuti fiscali alle moratorie sui prestiti fino alle attività di gestione delle procedure fallimentari) verranno meno nel corso del 2021.
Secondo molti studi i luoghi con elevato rischio credito sono occupati da Australia e Singapore, che potrebbero riportare un incremento del tasso di insolvenza, rispettivamente, del +88% e +75%. Sul vecchio continente gli aumenti più significativi potrebbero verificarsi in Francia (+80%), in Austria (+73%), Belgio (+61%) e Regno Unito (+56%). A metà classifica seguono la Spagna (+49%), l’Italia (+48%) e i Paesi Bassi (+44%). Chiude l’elenco l’Irlanda (+3%), dove i tassi d’insolvenza sui pagamenti delle imprese avevano ripreso la loro corsa già dallo scorso anno.
Nel 2020 la crisi economica portata dal coronavirus non ha moltiplicato i fallimenti delle aziende. Le procedure concorsuali si sono ridotte del 14% rispetto al 2019, con le maggiori diminuzioni avvenute in Asia e Europa eccetto che in Turchia, dove le insolvenze apparivano già in peggioramento dallo scorso anno.
I fattori che spiegano questa discrepanza. Innanzitutto le differenze legislative nelle procedure fallimentari, che hanno protetto le aziende e limitato il numero di quelle a rischio bancarotta. In particolare Europa, più precisamente Francia, Belgio, Italia e Spagna hanno adottato misure che nel 2020 hanno congelato temporaneamente procedure concorsuali o dichiarato i fallimenti inammissibili. Fuori dall’Europa, l’Australia ha aumentato la soglia di debito che le società devono raggiunger per dichiarare bancarotta. Tutti questi paesi hanno registrato una decisa riduzione nelle insolvenze nel 2020. Rilevanti sono stati anche gli aiuti e le agevolazioni fiscali, che hanno consentito di mantenere bassi i livelli di insolvenza anche quando le moratorie sui pagamenti sono venute meno, come accaduto in Francia e Svizzera.
Recupero crediti internazionale e indagini patrimoniali
Le soluzioni per la tutela del credito sono gli accertamenti patrimoniali e la gestione e il recupero crediti. I servizi sono:
- indagini patrimoniali
- informazioni commerciali
- antiriciclaggio
- recupero crediti Italia
- recupero crediti estero
- recupero crediti procedure concorsuali (recupero crediti fallimenti e recupero crediti concordati)
- recupero crediti pubblica amministrazione
- recupero aziende (recupero crediti piccole medie imprese)
- recupero crediti privati
- recupero crediti finanziari NPE (recupero crediti NPL-UTP- PAST DUE)
Molto dipenderà dall’evoluzione della pandemia e dal successo della campagna vaccinale, che a loro volta condizionano l’aggravamento o l’alleviamento delle misure restrittive e dei lockdown.
Non si potrà trascurare il fatto che i fallimenti evitati nel 2020 potrebbero verificarsi nel 2021. Questo potrebbe avvenire nei Paesi che hanno adottato misure di sostegno per le imprese in difficoltà, tra cui l’Italia. Bankitalia avevano spiegato che la forte contrazione del Pil italiano determinerà un aumento di 2.800 fallimenti di aziende entro il 2022. A questi, rischiano di aggiungersene altri 3.700, che erano stati evitati nel 2020.