Antitesi:
Nella nostra ricerca di risposte attorno al tema della lira mondiale, vale anche la pena di guardare nella direzione opposta rispondendo a domande come: che vantaggi avrebbe l’Italia se uscisse dall’Euro? Sarebbe questa una mossa che ci permetterebbe di tornare agli antichi splendori? In quanto controllata unicamente dallo stato Italiano, la Lira sarebbe più solida dell’Euro? Andiamo ad analizzare i singoli fattori.
Svalutazione competitiva:
La svalutazione competitiva della Lira sarebbe derivata dal fatto che la Banca d’Italia non sarebbe piu’ controllata da un ente sovranazionale come la Banca Europea per cui potrebbe stampare moneta molto piu’ facilmente, con piu’ Lira circolante questa perderebbe valore per unita’ e i prodotti completamente made in Italy diventerebbero molto più convenienti sui mercati internazionali aumentando le esportazioni. Tutto questo solo per i beni la cui produzione avviene al 100% sul suolo italiano.
Vale la pena a tal proposito fare una distinzione tra beni finiti e beni intermedi: I beni finiti sono tutti quei beni pronti per essere venduti o esportati; i beni intermedi sono invece tutti quei beni necessari nel corso del processo produttivo. Nel nostro caso, per produrre beni made in Italy dovremmo approvvigionarci di strumenti, materiali e semilavorati provenienti al di fuori della nostra economia. Per comprare al di fuori della nostra economia dovremmo cambiare Lire con Dollari, Yuan, Yen e persino Euro, perdendo leggermente sul cambio quasi ogni volta.
Posti di Lavoro:
La correlazione tra moneta nazionale svalutata e aumento dei posti di lavoro non è significativa nemmeno sul piano storico. Prova ne è che nel recente passato sia la Svezia che l’Australia, dopo aver affrontato una grossa svalutazione della propria moneta, non hanno guadagnato in occupazione, anzi, nel momento della svalutazione, la Svezia ha visto un aumento del proprio tasso di disoccupazione.
Divario sociale:
Con una svalutazione della Lira e un aumento dell’inflazione aumenterebbe anche il divario tra ricchi e poveri, infatti tutti coloro che lavorano oltre frontiera vedrebbero il proprio stipendio pagato con una valuta estera, con ogni probabilità più solida; il che gli permetterebbe di fare esattamente quello che già viene fatto in Romania dove i frontalieri guadagnano in Europa e spendono in Romania dove l’ Euro ha mantenuto un potere di acquisto molto maggiore rispetto alla moneta di stato.
Banche e inflazione:
Per chi sostiene che il debito pubblico italiano sia un’arma impugnata dall’Europa contro il Paese per piegarlo alla politica comunitaria, basti sapere che, col ritorno alla Lira, le banche si ritroverebbero a dover affrontare una forte inflazione che potrebbe arrivare fino all’ 8% annuo.
Altro problema sarebbe quello dei BTP che sono le nostre obbligazioni di Stato. Persa la copertura dell’Euro le nostre obbligazioni perderebbero molto probabilmente solidità portando gli investitori a disinvestire. Questo vorrebbe dire in parole povere che, se nessuno compra il nostro debito pubblico il sistema economico crolla.
Esportazioni:
In seguito all’introduzione dell’Euro l’Italia ha visto le proprie esportazioni in costante aumento: ad esempio nel 2018 le esportazioni hanno registrato un incremento del 3% mentre per i paesi Extra UE l’incremento è stato solo del 1.7%. Il libero commercio con l’Europa è stato anche in questo caso di aiuto.