LA LIRA MONDIALE PARTE 5: PERCHÈ NON SIAMO ANCORA PRONTI

GERMANIA E GRECIA

 
Pur essendo la crisi greca un evento che ha avuto luogo più di 12 anni fa, la Grecia, afflitta da malagestione cronica, non si è ancora risollevata e nel caso dell’Europa questa crisi ha avuto un notevole peso negativo facendo perdere valore all’Euro rispetto alle altre monete. 
Per esempio, se la Germania, nel momento della crisi greca, avesse voluto chiedere in prestito del denaro per finanziare la costruzione di alcuni progetti, moltissimi Paesi si sarebbero dichiarati disponibili ad aiutarla, infatti la Germania è uno dei pochi Paesi che vanta il livello più alto di rating istituzionale: AAA. Il problema si presenta quando la Germania va a saldare il prestito ricevuto in Euro. Infatti gli investitori non vedono l’Euro stabile quanto la Germania, e nel nostro esempio, hanno paura che l’Euro al momento della restituzione non abbia più lo stesso valore che aveva quando hanno effettuato il prestito. Questo vuol dire che la Germania dovrebbe chiedere il prestito in dollari americani oppure offrire un interesse maggiore per compensare il rischio di volatilità dell’Euro. Entrambe opzioni svantaggiose. 

Rapporto Euro – Dollaro in cui si evidenzia come durante la crisi americana del 2008 sia stato l’Euro ad avere avuto la peggio con una perdita del 20% del proprio valore rispetto al dollaro in meno di due mesi.

Pur senza aver commesso alcun errore la Germania si troverebbe, suo malgrado, trascinata verso il basso da un membro meno performante del proprio team. Stranamente la situazione non è molto migliore nemmeno per la Grecia, infatti, normalmente, se una nazione si trova in difficoltà la valuta nazionale perde potere sui mercati favorendo le esportazioni e rendendo il Paese più economico per il turismo. In generale il vantaggio di avere una valuta nazionale libera di oscillare è quello che permette di stabilizzare il Paese durante i momenti di instabilità economica. Tuttavia la Grecia era legata all’Euro perciò questo non è successo: le località turistiche sono rimaste altrettanto care mentre le esportazioni greche sono state schiacciate da quelle tedesche. Come abbiamo già visto in maniera approfondita nell’articolo precedente, si può dire che, tutto sommato, l’Unione Europea ha portato  ai propri stati membri molta più ricchezza di quella che ha tolto. 
Detto questo l’Europa non è il mondo e nel caso di una valuta globale la questione sarebbe più complessa e una domanda rimarrebbe sopra a tutte: 

CHI CONTROLLEREBBE LA LIRA MONDIALE?

 
Nella maggior parte dei Paesi la valuta nazionale è controllata dalla banca centrale e dal governo. In Europa l’Euro è controllato dalla banca centrale europea che si consulta con le banche nazionali dei singoli stati per agire nei migliori interessi della comunità. Ci sono tuttavia delle nazioni che non controllano affatto la loro valuta, ad esempio, paesi come lo Zimbabwe o il San Salvador: troppo piccoli e instabili per poter dare solidità a una valuta nazionale, usano direttamente i Dollari Americani (o il Bitcoin, come abbiamo visto dalla recentissima adozione ufficiale da parte del San Salvador) per tutti quelli che sono gli scambi domestici e internazionali. Lo stesso vale per Paesi come Montenegro e Kosovo che usano l’Euro pur non facendo parte dell’Unione Europea. Queste tipologie di Paesi, a fronte di una maggiore stabilità, rinunciano a una grossa fetta di potere sul piano politico internazionale e dal punto di vista bancario non sono in grado di prestare denaro che non hanno (riserva di credito frazionaria) come invece fanno le altre banche appartenenti a nazioni o comunità (tipo quella europea) con valuta propria.
Se esistesse solo una singola valuta globale e questa fosse controllata da una banca centrale, collocata ad esempio negli Stati Uniti, questo accentramento di potere all’interno di un solo Stato sarebbe motivo di preoccupazione per tutti gli altri Paesi. Per contro, se fosse possibile per le banche di ogni Paese controllare e stampare questa valuta all’interno dei propri confini, allora nulla impedirebbe a un singolo Paese di stampare triliardi di questi dollari.
Se invece le banche di ogni Paese potessero controllare ma non stampare questa valuta mondiale, allora la crescita economica sarebbe fortemente limitata in quanto le imprese all’interno dei singoli paesi non potrebbero accedere al credito. 
Nell’ipotesi di una moneta mondiale stampata in quantità limitata, i paesi cercherebbero di accaparrarsi potere tramite l’accumulo di denaro. Esattamente quello che succedeva all’epoca del mercantilismo in Europa. Se ciò non bastasse, in questa situazione avremmo che i paesi, con l’obiettivo di accumulare più ricchezza possibile, cercherebbero di aumentare le esportazioni limitando o annullando le importazioni in quanto le esportazioni rappresentano merce venduta e quindi denaro che entra nelle casse del Paese, mentre le importazioni rappresentano denaro che esce dalle casse del Paese per introdurre beni. Inutile dire che una limitazione degli scambi sarebbe esattamente l’opposto di quello che una valuta globale vorrebbe ottenere.
Il motivo per cui l’Unione Europea funziona relativamente bene è che gli stati membri collaborano per il bene comune, solo grazie a questo l’Europa funziona. Sarebbe invece improduttivo fare alleanze monetarie e di libero scambio in un insieme di paesi rivali o peggio che sono in guerra fra loro: questi non riconoscerebbero il leader eletto, non parteciperebbero attivamente ai progetti comunitari e con ogni probabilità non pagherebbero le tasse all’interno di un’unione politica e monetaria in cui non si sentono rappresentati.