Quando si tratta di comprendere meglio il potenziale futuro delle rinnovabili vi sono senza dubbio vari livelli di informazione che vanno dall’opinione dell’amico o del vicino di casa che ha installato i pannelli solari sul proprio tetto, a descrizioni incomplete o di parte fornite da giornali e enti in qualche misura coinvolti, che avendo degli interessi da difendere, possono facilmente presentarci il “quadro scientifico” che ritengono più opportuno per i loro scopi, fino ad arrivare a vere pubblicazioni scientifiche che sono frutto di numerosi studi effettuati su campioni molto grandi, il tutto interpretando i risultati in maniera il più possibilmente oggettiva e, laddove non possibile, interpellando gruppi di esperti di vedute differenti.
Riteniamo che il Solar Future Study, ricerca americana pubblicata l’ 8 settembre 2021, sia un perfetto esempio di quest’ultimo caso.
Il Solar Futures Study è il terzo in una serie di studi prognostici effettuati da SETO e da NREL, preceduto dal “SunShot Vision Study del 2012” e dal “On the Path to SunShot del 2016”. Mentre gli studi precedenti si sono focalizzati maggiormente sull’impatto che le tecnologie solari di basso prezzo avrebbero avuto sull’economia, questo studio affronta il ruolo dell’energia solare in una rete energetica nazionale a 0 emissioni e fornisce analisi sulle tecnologie solari future, come queste potranno impattare il mondo del lavoro e come potranno interagire con altre tecnologie di immagazzinamento dell’energia.
I dati salienti evidenziati dallo studio sono che con una politica aggressiva di riduzione dei costi, incentivi e un sistema di distribuzione su larga scala, il solare, nel 2035, potrebbe essere in grado di fornire fino al 40% dell’energia elettrica consumata in America e per il 2050, fino al 45%.
Per raggiungere questi livelli, la fornitura di energia elettrica derivata dal solare dovrà aumentare ogni anno, da qua al 2025, a una media di 30 Gigawattora annui e di 60 dal 2025 al 2030. Il che vuol dire che nel 2035 vi saranno circa 1000 Gigawattora di elettricità prodotta da energia solare, circa il quadruplo di ora.
Per dare un maggior senso ai dati appena forniti basti pensare che, 1 Gigawattora ovvero 1 miliardo di watt/ora è quello che producono due centrali energetiche a carbone di media potenza, sufficienti a soddisfare i consumi medi di circa 750’000 abitazioni. Notare bene: consumi medi, non di picco, senza considerare eventuale riscaldamento elettrico domestico e dispersioni della rete di distribuzione dell’energia elettrica che negli Stati Uniti ammonta a circa il 5% della produzione totale di energia elettrica, costando complessivamente 6 miliardi di dollari nelle bollette degli Americani.
In totale, nel 2035 negli USA, vi saranno l’equivalente di circa 750 milioni di abitazioni alimentate a energia elettrica solare. Una super vittoria considerando che il paese a fine 2020 contava solo 329 milioni di abitanti, giusto?
No. Se consideriamo solo le abitazioni stiamo tagliando fuori tutta l’industria, leggera e pesante, i sistemi di trasporto pubblici e privati così come tutti i servizi quali ospedali, centri commerciali, illuminazione pubblica, ecc…
Per soddisfare il 45% del fabbisogno di elettricità americana nel 2050, si prospetta che sarà necessario arrivare a produrre circa 1600 Gigawattora. Modelli preliminari mostrano che decarbonizzare tutta la rete elettrica statunitense potrebbe costare fino a 3200 Gigawattora di energia solare in più considerando l’aumento dei consumi medi delle utenze domestiche, trasporti, energia necessaria per le industrie e per la produzione di carburanti a energia verde.
Il Solar Futures Study ritiene che grazie ai continui sviluppi tecnologici, il prezzo dell’elettricità non crescerà oltre il 2035. Nelle previsioni più ottimistiche vi è anche che il 95% percento della decarbonizzazione della rete elettrica potrà essere raggiunto entro il 2035 senza un aumento dei costi dell’energia in quanto questi saranno controbilanciati dalle scoperte tecnologiche che permetteranno di rendere la produzione di pannelli solari più economica, oltre che i singoli pannelli più efficienti. A questo, lo studio aggiunge che, solo negli USA, entro il 2035, il mercato del lavoro nel fotovoltaico arriverà a contare tra le 500 mila e le 1.5 milioni di persone.
All’interno del modello proposto dal Solar Futures vediamo anche un’accelerazione del tasso di immissione sul mercato di nuova energia elettrica proveniente da rinnovabili: abbiamo infatti che nel 2020 sono stati immessi sul mercato circa 15 ulteriori Gigawattora provenienti dal solare, si prospetta che questo tasso di immissione aumenterà fino ad arrivare a una media di 60 nuovi Gigawattora di energia prodotta unicamente dal solare tra il 2025 e il 2030.
Vedendo un aumento simile in altre fonti rinnovabili come l’eolico e nelle tecnologie di immagazzinamento dell’energia.