L’economia reale che punta al benessere e alla sostenibilità come obiettivo primario deve munirsi di strumenti utili per misurare i risultati raggiunti e quelli a cui tendere.
L’analisi di materialità permette di individuare gli aspetti legati alla sostenibilità più rilevanti sia per l’azienda che per i suoi stakeholders.
Si tratta di un metodo sviluppato e affinato a più riprese attraverso l’introduzione dei principi di rendicontazione dettati dal Global Reporting Initiative (GRI) nonché dall’International Integrated Reporting Committee (IIRC).
Questi principi rappresentano lo strumento più utilizzato dalle imprese e dalle organizzazioni appartenenti ai più svariati settori e Paesi per misurare il proprio adeguamento sia ai valori legati sostenibilità sociale ( bilancio sociale) che ambientale. Fondato a Boston nel 1997, il GRI era inizialmente una divisione del CERES (Coalition for Environmentally Responsible Economies) creato per sviluppare un sistema di contabilità sostenibile che permettesse alle aziende di tenere traccia del loro impatto ambientale. In questo modo per loro sarebbe stato più facile perseguire obiettivi all’interno di una responsabilità sociale più ampia. Il dipartimento GRI è stato poi riconosciuto come organismo indipendente nel 2002, quando l’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) ha condiviso i suoi principi perché le nazioni facenti parte dell’organismo ne rispettassero le direttive.
Gli standard GRI dettano infatti di una serie di parametri globalmente riconosciuti che regolano e aiutano aziende, istituzioni e soggetti di ogni genere nell’analisi delle misure dell’impatto ambientale che esercitano sul pianeta nonché gli aspetti economici e sociali che ogni attività dovrebbe rispettare per non lasciare un’impronta negativa sull’ecosistema.
Si tratta sostanzialmente di parametri di rendicontazione della sostenibilità, che permettono alle organizzazioni di misurare in maniera univoca e uniforme il loro impatto sul pianeta Terra e di renderlo pubblico in un formato comprensibile anche dai non esperti del settore.
Si tratta in pratica di tre standard universali e tre standard tematici che coprono rispettivamente:
Economia (GRI 200) presenza sul mercato, anticorruzione, comportamento anticoncorrenziale, imposte
Ambiente (GRI 300) energia, acqua e scarichi idrici, biodiversità, emissioni, materiali
Sociale (GRI 400) relazioni tra lavoratori e management, salute e sicurezza sul lavoro, diversità e pari opportunità, rispetto dei diritti umani, privacy dei dipendenti
Mentre i GRI standard universali sono costituiti dai GRI 101– GRI 102–GRI 103
L’analisi di sostenibilità parte dal GRI 101 che definisce i Principi di rendicontazione per la definizione dei contenuti e della qualità del report. Il GRI 102 è utilizzato per fornire informazioni di contesto su un’organizzazione e sulle sue pratiche di reporting di sostenibilità. Ciò comprende informazioni sul profilo, sulla strategia, sull’etica e l’integrità, sulla governance di un’organizzazione, sulle pratiche di coinvolgimento degli stakeholder e sul processo di rendicontazione. Il GRI 103 è utilizzato per fornire informazioni su come un’organizzazione gestisce un tema materiale e individuare gli aspetti legati alla sostenibilità più rilevanti per l’azienda e per i suoi stakeholder mettendo in rilievo i punti di intersezione tra gli interessi dell’impresa e dei suoi portatori d’interesse. Si parla di “materialità” per sottolineare l’importanza, la concretezza e la misurabilità di tali elementi. Grazie a questa analisi, l’azienda è in grado di comunicare all’esterno in modo efficace il proprio impegno per la sostenibilità, rafforzando contestualmente il processo di stakeholder engagement.
La matrice di materialità fornisce una fotografia immediata di quanto emerso dall’analisi di materialità. Si tratta di un grafico cartesiano che posiziona i valori rilevanti per l’azienda (asse Y) e per gli stakeholders (asse X).
Dalla misurazione e dal perseguimento di questi obiettivi le imprese non possono che ottenere indubbi benefici con la fidelizzazione e la motivazione del personale dipendente, il miglioramento dell’immagine reputazionale, la fiducia dei clienti e degli investitori, un miglior accesso al credito, un vantaggio competitivo e una posizione di leadership nel mercato.