Grazie a una valida strategia di gestione delle riserve di gas, a un caldo mese di ottobre e una ottimizzazione dei consumi. L’Europa si trova ora con le proprie riserve di gas piene al 94%, questo significa che abbiamo tanto gas quanto serve per passare l’inverno.
Il successo più evidente di questa politica difensiva sulla gestione delle riserve europee di gas si è palesato lunedì scorso, quando i prezzi del gas sul mercato spot sono diventati negativi, questo vuol dire che in quel momento era il mercato a pagare gli acquirenti affinchè si prendessero il gas liberando le navi che lo trasportano.
Come avrete probabilmente notato, Europa e Russia hanno combattuto una sorta di guerra energetica parallela all’invasione russa in Ukraina.
Prima del conflitto la Russia rappresentava tra il 40 e il 50% delle importazioni di gas in Europa.
Importazioni che la Russia ha man mano ridotto presumibilmente per forzare l’Europa a sospendere il supporto per l’Ukraina.
Oggi il flusso di gas proveniente dalla russia è circa un quarto di quello pre conflitto. Ovvamente non vi è più gas proveniente dal NordStream o dal YAMAL, e le riduzioni di quello proveniente da altri canali vengono giustificate come conseguenza di inconvenienti tecnici. Per esempio la Russia ha chiuso i rubinetti allo YAMAL dopo che Polonia e Bulgaria si sono rifiutate di pagare il gas in Rubli.
Anche prima che il NordStream venisse colpito, Putin aveva dichiarato che la diminuzione del flusso era causata dal fatto che le sanzioni avevano impedito alla Gazprom di importare una turbina dal Canada.
Contestualmente la Gazprom ha rilasciato un video che lascia intendere che l’Europa morirà di freddo senza il gas russo, mentre l’ambasciata russa in Spagna ha condiviso un video che invita gli europei a trasferirsi in Russia per godere di belle donne, gas economico, suolo fertile, bassa tassazione, vodka e altro.
Entrambi i video sono visibili di seguito.
Verso la fine del mese di Luglio l’EU ha passato una nuova direttiva richiedente a ogni nazione europea di rifornire le proprie riserve fino ad almeno l’80% entro novembre. Le nazioni senza riserve nel proprio territorio avrebbero dovuto firmare dei così detti ‘Accordi di solidarietà’ con gli stati confinanti che prevedono di comprare del gas stoccandolo nelle riserve delle nazioni confinanti in maniera da poterci accedere in caso di necessità.
Il tutto mentre i prezzi del gas erano ai record storici. Per capirci alla fine di giugno i prezzi misurati dal Benchmark olandese oscillavano attorno ai 100 euro per megawatt ora, circa sei volte tanto quelli dell’anno prima quando i prezzi erano sui 15 euro per megawatt ora. Nonostante i prezzi siano continuati a salire fino a fine Agosto raggiungendo i 350 euro per megawatt ora, salvo per Ungheria e Lituania, la totalità dei paesi europei è riuscita a raggiungere il target dell’80% entro metà ottobre.
Attualmente le 4 nazioni europee più energivore hanno tutte riempito le loro riserve oltre al 90%. Complessivamente l’Europa si trova ora col serbatoio di gas pieno al 94%, raggiungendo circa 1000 terawatt di energia complessivamente immagazzinata. Questo numero è dell’ 11% più alto della media degli ultimi 10 anni, il che è particolarmente lodevole sopratutto considerando che a gennaio le riserve erano più basse del 23% rispetto alla media degli ultimi 10 anni. Un fattore molto importante attraverso il quale l’Europa è riuscita a raggiungere questo traguardo è stato la riduzione dei consumi: il consiglio europeo ha infatti approvato un’obbiettivo di riduzione volontaria dei consumi di gas del 10% con un’ordine di riduzione obbligatoria del 5% durante le ore di punta tra il primo dicembre e il 31 marzo. In totale a settembre 2022 i consumi di gas registrati in Europa sono stati del 15% piu’ bassi rispetto a settembre 2021.